Il confine di Rapallo – Storie e aneddoti di un confine dimenticato
A settembre 2018 l’associazione Isonzo ha curato una conferenza svoltasi nella sala “Dora Bassi” di Gorizia dal tema “Il Confine di Rapallo” Storie e aneddoti alla ricerca dei cippi di un confine dimenticato.
Relatore il sig. Gianfranco Ciuffarin già Isp. Sup. in pensione del Corpo Forestale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Persona appassionata e preparata, ha minuziosamente ricostruito, in vari anni di ricerca ed escursioni sui posti, anche impervi, il posizionamento dei cippi lungo il tracciato del confine tra Regno d’Italia e Regno di Jugoslavia, istituito con il trattato di Rapallo del 12 novembre 1920.
Su sua concessione e richiesta riportiamo di seguito la sintesi della sua accurata ricerca e delle foto relative ai cippi ancora esistenti di quel confine che perdurò fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il confine dimenticato del Trattato di Rapallo del 1920
Ricognizione parziale dei settori (cippi) principali di confine con riferimento alla ex Provincia di Gorizia ed a cavallo di quelle di Trieste e Fiume.
Brevi cenni storici e considerazioni
Come noto il Regno d’Italia dopo la Prima Guerra mondiale estese la sua giurisdizione non solo sui territori austriaci della ex Contea di Gorizia ma anche su parte del Ducato di Carniola.
Nel novembre 1918, dopo l’armistizio del 4.11.1918, le truppe occuparono già questi territori e col Trattato di Rapallo del 12.11.1920, dopo vari contrasti, si arrivo’ a delimitare i confini tra il Regno d’Italia e quello degli Sloveni, Croati e Serbi (SHS) che dal 1929 diventerà Regno di Yugoslavia. Rimaneva insoluta la questione della città di Fiume poi regolata con gli accordi di Roma del 27.1.1924, la città entrava a far parte dell’Italia dopo le note vicende dell’iniziativa di D’Annunzio.
Parlando del territorio piu’ direttamente interessato della ex Provincia di Gorizia, la stessa una prima volta fu istituita il 4.7.1919 e fu soppressa il 18.1.1923 a causa di interessi etnico politici. Contava ben 53 Comuni fino a Tarvisio e con la soppressione la gran parte finirono sotto la Provincia di Udine, minimamente sotto quella di Trieste. Solo dal 1927 fu ricostituita con 42 Comuni, a nord a partire dalla catena del Mangart fino alla pianura isontina e parte del Carso. Alla Provincia di Trieste rimasero comunque Grado e Monfalcone.
La Prov. Goriziana si estendeva su 2.724.72 km2, fu anche una delle Province con maggior consistenza forestale.
Per porre fine alle questioni confinarie rimaste insolute, con gli ulteriori accordi del 1925 di Roma, si definirono ulteriori vari aspetti tra i due Regni e la confinazione termino’ nel 1926.
Dopo la disfatta dell’Italia l’8.9.1943 il territorio passo’ nelle mani tedesche col nome di Litorale Adriatico, territorio molto piu’ esteso della sola Provincia presa in particolare esame.
L’1.5.1945 Gorizia fu occupata dalle truppe di Tito, come pure Trieste e Fiume.
A Gorizia nei cosiddetti 40 giorni di occupazione si verificarono molti eventi disdicevoli che sono ormai conosciuti da tutti.
In base agli accordi di Belgrado del 9.6.1945 le truppe Alleate aglo americane presero possesso della zona A di demarcazione della frontiera dal 12. 6.1945 quando gli yugoslavi si ritirarono. Tale zona A andava dal Mangart in destra orografica dell’Isonzo per arrivare ed includere Gorizia, estendersi nella Valle del Vipacco fin quasi a Aidussina per svoltare in Carso a ricomprendere Sesana fino a Muggia. Il resto dell’ex territorio italiano, detta zona B, rimase in mano yugoslava salvo l’enclave della città di Pola.
Nel febbraio del 47 col trattato di Parigi l’Italia vide retrocedere la sua frontiera di fatto fin a quella attuale confermata negli accordi di Osimo degli anni 70.
Tornando al Trattato di Rapallo il motivo origine per cui me ne sono occupato è che sin da piccolo ero stato informato che il confine una volta era piu’ in la’, ma NON avevo assolutamente idea della sua effettiva estensione.
Caso ha voluto che nel 2016 mi imbattessi proprio in un cippo principale restaurato a fini storici e turistici, il 35, che si trova lungo la rotabile che dal Passo di Circhina ora Kladje porta al m.te Ermanovec.
Un tabellone ricostruisce la storia e spiega l’argomento. Peccato sia solo in sloveno ed inglese.
Anche in una zona successiva, prima del paese di Nova Oselica si trova altro similare cartellone in corrispondenza del cippo secondario 36 I , mentre quello principale di settore 36 si trova in cima al vicinissimo colle boscato da raggiungere senza problemi.
In zona a valle ci sono anche altri cippi secondari nel prato sotto strada 36 II e 36 III.
Per inciso si evidenzia piu’ in generale che l’area del Tarvisiano non ha visto alcun cambiamento di dipendenza, sia statale che provinciale dal 1923, anno in cui la Prov. Di Gorizia fu sciolta e questo territorio passo’ a Udine.
Ribadisco che a mio avviso di questo ex confine se ne parla quasi per nulla ma di fatto per l’Italia fu il frutto della Prima Guerra mondiale.
Diversamente nei vari siti visitati, praticamente quasi tutti sloveni ed uno croato chi digita la voce Rapalska meja, trova molte foto ed info, “il materiale spesso pero’ non è messo cronologicamente” in particolare per la zona del goriziano.
Questi due popoli europei ricordano la riunificazione etnico territoriale legata alla Seconda Guerra mondiale, cio’ è assai comprensibile, ma parziale, perchè si tiene conto solo alla gestione italiana volta a misconoscere i diritti delle minoranze degli anni trenta del secolo scorso, ed assieme a loro anche ad alcune comunità religiose e non , tipo quella ebraica.
Nel concreto, ciò mi ha indotto a pensare di poter verificare di persona le foto parzialmente esistenti di vari cippi principali in ipotesi ancora esistenti, e di quelli anche non recensiti, quasi tralasciando i secondari ad economia di tempo.
La ricognizione giocoforza ha insistito lungo l’ex confine nelle aree piu’ accessibili.
Tralasciata quindi prioritariamente la parte riguardante la Prov. di Udine, ora rientranti in Osimo, si è valutato solo su materiale rinvenibile in internet per l’area dal m.te Termine o Conza (ad est dal Mangart) cippo secondario 3 XII fino al m.te Cobla o Kobla sopra Piedicolle o Podbrdo (settore 25), con l’eccezione della visita al passo Moistrocca o Vrsic (settori 6 e7).
“Circa il tratto non visitato”, brevemente dalle foto dei vari itinerari sui monti sloveni grossomodo esiste una certa documentazione che “NON distingue tra cippi di settore principali e quelli secondari di ogni settore”. Molti sono anzi stati eliminati o sono rovinati. Tra i fotografati oltre a dei secondari, dei soli grandi di settore, in precarie condizioni comunque, si ritiene visibili con sufficente sicurezza l’8 in area Sella Sovatna, prima del Bovski Gamsovec o Sovatna, il 12 a NE del m.te Malo Spicije m.2312, il 13 a Velika Vrata o Sella Forame/Gran Porta, il 15 a m.te Lanzevica o Lusivizza, forse il 16 a Sella Bogatin coi soli ferri d’armatura, il 17 a Vrh Skrli m. 1924, il 19 sotto la Cima Scherbina o Vrh Skerbino, il 23 al m.te Alto o Matasjuski Vrh.
In generale il confine di Rapallo iniziava dal m.te Forno o Pec il monte cosiddetto dei Tre confini (IT-SLO-A ; settore 1) ed arrivava fino a sotto Castua o Kastav (cippo 70 loc. Rubesi) a NO di Fiume, contava 69 settori e 70 cippi principali indicati con numerazione araba.
Il 70 rappresentava anche i I° settore del confine di Fiume.
In pratica esistevano i 70 cippi di settore principali che misuravano 1 m. di altezza per 40 cm. di lato. Salvo quello del Forno 60×100.
I cippi intermedi secondari di ogni settore variavano da meno di una decina a piu’ di cento, recavano il numero romano progressivo sotto quello arabo del settore di appartenenza. Misuravano cm. 60 di altezza per cm.24 per 18 di lato.
Inoltre, su parti di viabilità importante e di valico statale esistevano cippi speciali piu’ grandi alti m.1,5 per 60 di lato che in letteratura vengono citati come dei miliari. Essi riportano il numero arabo di settore e sotto anche il numero romano progressivo del settore di appartenenza.
In pratica i miliari non corrispondevano al “cippo principale di settore che mai riportava dei numeri romani”.
Dei cippi miliari esempi ce ne sono ad es. al Passo della Moistrocca o Vrsic, al castello di Haasberg vicino Planina, o sopra il castello del Nevoso o Zneznik sulle pendici del monte omonimo ma ne esistevano, ed esistono, anche altri.
Sui due lati reciproci poi c’era la scritta dell’anno il 1920 e sopra quella della sigla dello Stato di riferimento ossia la I di Italia o la J di Jugoslavia (fino al 1929 sui cippi la sigla SHS a volte con la evidente correzione successiva in J). La lunghezza totale del confine reperita in atti era di 245,5 km. (dati da internet)
Diversamente per Fiume, nel 1924, fu istituita una diversa numerazione, intanto i cippi non erano di cemento ma di pietra, di due misure, i cippi principali piu’ grandi riportavano in primis il settore scritto coi numeri romani, nei secondari oltre il numero romano sotto indicato anche il numero arabo ulteriore progressivo nel settore.
Anche in questo caso sugli altri due fianchi reciproci la scritta I o J e l’anno 1924.
I settori erano otto dal I all’VIII.
Sorpresa nelle sorprese, durante la ricerca ho scoperto che un mio parente ha collaborato nei rilievi confinari sia di Rapallo che di Fiume, era il capitano dell’E.I. Luigi Gallino ricordato anche per aver mappato all’epoca almeno parte delle Grotte di Postumia e del Cavernone di Planina.
La ricerca dei cippi per le aree ritenute visitabili inizialmente è avvenuta solo consultando varie carte anche a disposizione in internet, poi anche le tavolette 1:25000 italiane del tempo e varie carte storiche di dettaglio in scala 1:5000 riportanti quote/distanze/n° di cippo. Parimenti per l’area tra i settori 39 ed il 47 sono stati visionati due lavori dello studioso Franc Kogovscek, il sito di Geopedia.si Rapallo Border per la cartografia ed indicazioni precise su tale confine utilizzando il sistema delle coordinate topografiche con app per la ricerca satellitare dei punti, specie nelle aree isolate tipo quelle sui monti attorno al lago Circonio o Cerknisko jezero o del Nevoso-Zneznik, idem nell’area sopra Circhina o Cerkno ecc..
In alcune aree è stato importante l’aiuto dei locali,assai gentili, che mi hanno fornito indicazioni specifiche o accompagnato direttamente sul luogo.
A forza di cercare sono arrivato fino al confine tra le attuali Slovenia e Croazia, dove quello storico di Rapallo è coincidente con quello attuale SLO/CRO per la parte finale del settore 59 (ante loc. Vavkovec), per tutto il 60 e per parte del 61, fino a Pian della Secchia/ Ciabranska Polica. Nel giugno 2018 mi sono recato anche in Croazia a cercare il cippo principale 62 (il primo che si discosta dall’attuale confine SLO CRO) ma non esiste piu’.
Da quelle parti comunque sono stati notati molti resti di caserme o di postazioni italiane, tra cui al Passo della Morte in Croazia( sopra Clana) i resti di un monumento alla brigata Lombardia ed ivi esisteva anche un monumento a due Finanzieri morti nella neve ora rovinato del tutto, come specificato in una opera che ricorda la Guardia di Finanza di alcuni anni fa.
Non sono andato oltre visto che nel sito croato Lokalpatrioti Rijeka esdiste una buonba documentazione della parte croata compresa la zona di Fiume.
In generale, tra le cime maggiori che erano attraversate dal confine sulle Alpi Giulie c’erano ad es.il Tricorno o Triglav, lo Jaluz o Jalovec , il Prisani o Prisojnik, il Bogatin, il m.te Cucco di Tolmino o Tolminski kuk , il m.te Angolo o Vogel, il m.te degli Avvoltoi /Agnelli o Kanjavec, il monte Nero di Piedicolle o Crna Prst. Quasi tutte oltre i 2000 m. con il Tricorno, il maggiore, di 2863 m. .
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Per inciso in internet si specifica che il cippo principale di settore italiano n. 10 , allora vicino al famoso Stolp in cima al Tricorno o Triglav è stato distrutto nel 1944.
Stessa fine è toccata all’11 della sottostante sella Dolec o Dolic. Da una foto abbastanza recente in internet lo si vede rotto e letteralmente piegato.
Di tutte queste montagne talora nei siti sloveni Juliske Alpe e Hribi.net o in itinerari individuali, si citano per qualche monte i sentieri di Rapallo ma sopratutto si vedono foto di vari cippi piuttosto, ed in genere, in precarie condizioni.
Non tutti i cippi principali si trovavano in corrispondenza della cima di un monte. Come detto i sopralluoghi sono iniziati dal monte Crna Prst o Monte Nero di Piedicolle del settore 24.
Di fatto il confine di Rapallo fu in esercizio fino all’aprile 1941, quando l’Italia invase la parte sud della Slovenia di allora e la Germania quella nord. A sud di Ziri iniziava la Provincia di Lubiana e quindi il confine di fatto venne spostato molto piu’ a est, conseguentemente anche la Provincia di Fiume si allargo’ parte a est. Formalmente solo con il trattato di Parigi del 1947 quei confini cessarono di esistere.
Nel mezzo tutte le ulteriori vicende belliche legate alla Seconda Guerra mondiale con tutti gli “obrobri conseguenti”. Certo che già dopo l’8.9.1943, data di capitolazione dell’Italia, di fatto gli italiani si ritirarono dall’amministrare fisicamente quei territori lasciando mano libera alle truppe germaniche.
Attualmente viene stimato da varie fonti che almeno il 40% dei cippi di confine posti esista ancora.
Non dappertutto la reazione popolare, e magari anche politicizzata locale e non, ha avuto il sopravvento distruggendo tali manufatti, sono passati ormai piu’ di 60 anni almeno. Fa piacere capire che sia in Slovenia che in Croazia, almeno taluni, si interessino degli eventi storici accaduti a darne una valutazione nel solco europeista, mondo in cui ormai siamo tutti inclusi.
Va riconosciuto ai tecnici topografi del tempo, sia al mio parente cap. Gallino, sia a tutti quelli che parteciparono essendone coinvolti, militari e non, da entrambe le
parti statuali, “l’enorme capacità avuta nel cartografare i confini senza l’uso di strumentazione satellitare moderna”.
L’enorme lavoro e sforzo attuato pure dalle maestranze per arrivare in posti spesso impervi e lontani a piantare fisicamente i cippi confinari.
Importante l’aver trovato nel 2018 le coordinate topografiche dei cippi in Geopedia Slovenia Rapallo Border per poter rercarsi a svolgere i rilievi di campagna opportuni, specie per le zone piu’ lontane boscate specie del Nevoso.
Luoghi visitati – Legenda
Passo della Moistrocca o Vrsic al passo cippo trovasi sul lato sinistro salendo da Trenta, un grande cippo il 6 XV, non in buono stato conservativo, le cui scritte sono di fatto state cancellate ed anzi fu pitturato di bianco e riga nera come i comuni paracarri. Nessuna
tabella indicante la sua origine. Il suo opposto 6 XVI è sparito. Dato il luogo turistico e storico sarebbe bene effettuarne il restauro. Il settore principale 7 era poco piu’ in alto su un terreno disssestato con Pini mughi, non trovato, sarà sparito ma piu’ sopra per andare al rifugio piu’ alto, vicino ad una gran costruzione rettangolare in cemento resto di vestigia italiane, si è visionato un blocco cementizio che, anche se rotto, è sicuramente un ex cippo secondario, dalle stime il 7 X .
Area dal Crna Prst a Vrh Bace ritrovato solo alcuni cippi secondari dei settori 24 (uno a Cima Cora o Rusni Vrh) e del 25 (piu’ secondari sparsi), mentre i due cippi principali stessi di settore, non trovati, nonostante le ricerche tramite coordinate satellitari).
Si specifica che del settore 23, parte finale, attorno alla vetta del Crna Prst, nessun cippo secondario è piu’ presente. Anche in punto dima solo un nuovo cippo rotondo trigonometrico.
Va detto che in generale per tutte le aree molti cippi sono totalmente assenti.
Invece ritrovato nel 2018 inaspettatamente il c. pr. 26 a Baska Grapa o Valle del Bove che è in buone condizioni.e che si è anzi ripulito dai muschi.
Visitato anche il m.te Dravh o Drauch sopra il Passo di San Pietro (Petrovo Brdo), vi si arriva anche da Sella Bohinj, ma nessuna traccia in cima del c.pr. 27o dei minori laterali. Sempre con le coordinate topografiche cercato anche il c.pr. 28 che si trovava vicino ad una strada per dei paesini in area ora denomianata Pod Porezen ma sparito.
Si è valutato che poco sia eventualmente rimasto dei cippi secondari specie nell’area delle piste di Soriska Planina (Sella di Bohinj) : in internet una sola foto mostra il cippo secondario 26 XXI vicino al m.te Saunie o Saunic.
Va rimarcato che le fortificazioni del Vallo Littorio sono al di dentro del confine passato che arrivava fin quasi alla Sella di Bohinj correndo in particolare dalla Sella del Bove o Baska Grapa lungo i monti Saunie o Savnic, Mosic o Mozic, Monte d’Oro o Slatnik, Lainer o Lajnar di cui sono presenti varie importanti resti militari italiani.
Passo di San Pietro/Passo di Piedicolle o Petrovo Brdo, al rifugio, nel cortiletto presente un cippo del settore 26 ora usato come souvenir che si trovava sulla superiore
Piana della Sella di Bochinisa/Bohinj o Bojnsko Sedlo il confine infatti correva assai piu’
I a nord.
Area m.te Coc o Hoc cippo principale 29 in pessime condizioni in cima al monte “urge suo restauro”.
Vari siti sloveni ne riportano la foto, dato lo splendido panorama, per cui è un luogo conosciuto. Si puo’ partire da sopra Passo Petrovo Brdo, verso il m.te Porsena o Porezen il sentiero che devia per arrivare in cima, nell’ ultima parte, è piuttosto impegnativo.
Area a SE Colle Cavalli o Konjski Vrh cippo principale 30 in parzialmente rovinato in testa, da riparare. Un po’ lontano dalla viabilità principale esiste sentiero non ufficiale che poarte dai prati piu in basso, non agevole da arrivarci.
Area cima m.te Kuch/Kuk o Kovk cippo principale 33 in mediocri condizioni, si raggiunge da Lescovizza o Leskovica oltre Circhina o Cerkno deviando dal sentiero che porta sul m.te Blegos, punto di svolta non segnalato. Non agevole da arrivarci. Prima del 33 visto alcuni cippi secondari del settore 32 : 32 XLIV, 32 LII, 32 LIII, alcuni rovinati.
Area Cernizza di Novacchi o Cernice pri Novakih cippo principale 34 sul colle dietro abitato su prato, in discrete condizioni. Servono pochi minuti a piedi, chiedere ai locali.
Area strada principale per m.te Ermanovec dal Passo di Cirkina o Kladje svoltare a sinistra e dopo un po’ è visibile lato strada sulla destra il cippo principale 35, già indicato in precedenza, restaurato con tabellone esplicativo a fini storico turistici.
Area ex valico di Podlanisce o Podlanisce, strada per Sovodenj, presenti entrambi i cippi miliari 35 LX e 35 LXI in discrete condizioni ma con qualche scritta abrasa. Sono un po’ interrati visto che alzato livello stradale.
Area strada secondaria prima di Nova Oselica venendo dal Passo di Circhina svoltando a destra, dopo alcuni km. presente sopra strada cippo secondario 36 I con tabellone
esplicativo mentre il cippo principale si trova nel bosco sulla sommità del colle. Rovinato in testa con indicato di rosso il numero 30 che non corrisponde al corretto che è il 36. A valle strada, nel prato, si vedono ulteriori due cippi secondari. Da restaurare.
Area Sovodenj strada in direzione per Colle Freddo o Mrzli Vrh, oltre una frazione trovasi di lato a sinistra salendo un tabellone esplicativo con sotto, restaurato, il cippo secondario 37 X, dalla parte opposta strada vi è un altro cippo rotto non riconoscibile.
Area Colle Freddo o Mrzli Vrh presente a sinistra salendo ed a strada il cippo principale 38 in buone condizioni, piu’ avanti lungo vecchio tracciato viabilità si nota il cippo secondario 38 I ormai vetusto ed utilizzato come palo di recinzione di un pascolo. Vicino tabellone storico esplicativo.
Area Bresenza (Bresnizza) o Bresnica pri Zireh presente sotto il paese lungo una viabilità secondaria per Ziri il cippo principale 39 in buone condizioni. In paese vicino alla chiesta vi è un tabellone esplicativo che pero’ non indica per dove cercare il cippo. Meglio chiedere e fasi accompagnare. Risulta che vicino al principale 39 a SE, nel bosco
piu’ a valle, ci siano altri cippi secondari ma non visionati.
Area Osoinizza o Osojnica lungo la principale da Ziri per Idria o Idija, si trova all’altezza di Osojnica, lato strada a sinistra, il cippo miliare 39 XXX in discrete condizioni anche se scritte danneggiate. Mal visibile causa guard rail ivi posto. Il suo omologo 39 XXIX invece è stato restaurato ed è visibile al Museo di Ziri.
Al Museo di Idria o Idrija invece si trovano esposti il cippo principale 40 restaurato ed alcuni cippi secondari del settore 39. Vale la pena una visita visto anche che si parla dei fatti storici piu’ disparati da sotto l’Austria in poi.
Area Zavratizza o Zavratec sopra Godovici o Godovic si trova il cippo principale 42 non in buone condizioni dentro un boschetto, non molto distante da una delle strade che porta verso Ziri. Da restaurare e ripulire dalla vegetazione. Visionato grazie all’aiuto del sig. Janko Rupnik, amante della storia locale, che ringrazio molto, visti anche altri cippi secondari dietro la sua casa del settore 41 : 41 XLIV, 41 XXXVIII, 41XLI e prima del 42 LXXXIV ed un altro rotto, custoditi gelosamente. Lo stessa mi ha anche fornito del materiale storico utile all’indagine.
Area di Trata o Trate, sempre sopra Godovici o Godovic, presente solo cippo miliare 43 I di lato a valle della strada principale, abbastanza rovinato ed interrato in parte in quanto livello strada sollevato. L’opposto 43 principale sparito.
Di questo settore ho potuto casualmente recuperare e restaurare il cippo secondario 43 LXXII a testimonianza del passato.
Area sopra l’abitato di Ottederscizza o Hotdrsica su un colle trovasi il cippo principale 44 in buone condizioni, anche questo visto previo accompagnamento del sig Rupnik. Visionato anche alcuni cippi secondari del settore 44 : Visto il 44 IV rotto, un altro illegibile ed il 44 LXIX piu’ ulteriore rotto prima del settore 45.
Oltre Ottederscizza, strada per Idria, lungo la principale cippi miliari del settore 44 spariti erano il 44 XXXV e XXXVI. Esiste solo una garritta rovinata del Regno di Yugoslavia ed un muro forse della caserma italiana.
Area Hotdrsica verso Calce o Kalce c’è l’abitato di Log (forse in italiano loc. 4 Strade su vecchie carte) vicino ad alcune case in un boschetto trovasi il cippo principale 45 in buone condizioni.
La viabilità è vicina ma cippo piu’ nel bosco e schermato da alberi, da chiedere sul posto dove si trova. Visto anche vicino ad una casetta di fronte un cippo secondario spostato dal suo sito origine in bosco, per abbellimento : il 45 XV.
Tra settore 45 ed il 46 terminava la Provincia di Gorizia iniziando quella di Trieste oltre la località indicata come Eriavez o Erjavec.
Area prima di Calce o Kalce cippo principale 46 in discrete condizioni su un piccolo colle dentro il bosco che si raggiunge tramite piste secondarie, non facile da orientarsi. Visti anche tre cippi secondari del 46 piu’ a est : il 46 II, il 46 III, il 46 IV. Vicino la zona è attraversata ortogonalmernte quasi da una linea elettrica principale.
Sempre in zona,in uscita dal paese,sulla strada principale Calce o Kalce – Podicrai del Piro o Podkraj, un po’ elevato ed in bella mostra su una curva il cippo miliare 46 XXV in buone condizioni. Il suo opposto e omologo XXVI è sparito
Area Grcarevec paese, dalla strada per Planina, si devia per una pista per l’allora m.te San Pietro, ad una tabella rossa per un belvedere seguire a piedi e dopo 10/15 min.si dovrebbe vedere il cippo principale 47, chiedere magari alla penultima casa. Il cippo sec. 47 III è proprio dove una volta c’era un posto di confine per m.te San Pietro alla ultima casa attuale. Il 47 è in discrete condizioni.
Area prima di Liplje, ante di Planina cippo principale 48 in buone condizioni ai bordi di una pista forestale che si trova qualche centinaio di metri sopra la strada principale per Planina venendo da Grcarevec.
Area di Planina sul monte sovrastante vicino ad una mini cava si trova atterrato ed in cattive condizioni il cippo principale 49, adiacenti lungo pista di ingresso si trovano tre cippi secondari del settore 48 : il 48 LXXX, il 48 LXXXIII ed uno rotto, forse il 48 LXXXI . Alle rovine del castello di Haasberg sotto Planina, lungo il fiume Uni o Unec si trovano due cippi miliari il 49 CXVIII ed il 49 CXIX . Sono ancora in buone condizioni. Sotto Planina lungo il corso dell’Uni (Unec) che esce dalla Grotta omonima, lungo una stradina campestre, trovato al bordo inerbito resti di alcuni manufatti in cemento gettati a terra che ricordano qualche monumento o stele dei momenti italiani, si ritiene per dei fini di viabilità. Non trovato alcun riscontro specifico sulla loro origine o utilizzo.
Area a sud di Racche o Rakek ritrovato solo i due cippi miliari a cavallo della linea ferroviaria Postumia – Lubiana il 50 LXXXIXII ed il 50 LXXXIXIII. Il primo molto rovinato e senza dati visibili, il secondo pare quasi intero.
Area del Colle del Guardiano o Straznik a SO di Zelse. Si arriva dalla Casa dei cacciatori ed è in cima al colle vicino , è utilizzato come supporto di un braccio laterale con tavolino. Forse sopravvissuto per questo. Sentiero non segnalato, seguire la pista presente verso oves tracciato che porta in cima. Cippo in precarie condizioni sarebbe da recuperare.
Area m.te Cela o Celo in zona centrale sopra lago Circonio o Cerknisko Jezero il cippo 53 si trova quasi sulla cima dentro il bosco. In medie condizioni. Zona complicata per
arrivarci senza specifiche. Area m.te Secco o Suhi Vrh cippo principale 54 divelto ed a terra, è in mediocri condizioni, e con scritte poco evidenti, sarebbe da restaurare.
Al m.te Lome (nome su tavoletta italiana) tra settore 55 e 56 finiva la Provincia di Trieste iniziando quella di Fiume .
Area piu’ a est fine lago Circonio cippo 56 trovasi in una semi dolina lungo la pendice nel bosco. In discrete condizioni. Complesso arrivarci anche per carenti indicazioni stradali.
Area sopra castello Zneznik riferimento a Martincev Laz il cippo principale 57 si trova su un rilievo , ben conservato. Vicino riscontrata presenza di altri 3 cippi secondari il 57 I, il 57 II ed il 57 III. Qualcuno ha segnato nel bosco anche la traccia di un sentiero ma a strada nessuna indicazione tabellare. Parimenti lungo una pista stradale visti i due cippi miliari 57 LVII in buone condizioni ed il corrispettivo 57 LVIII atterrato e piu’ rovinato.
Area Dolina dei Noccioli o Leskova dolina il cippo principale 59 si trova quasi all’inizio della strada per Vavkovec un centinaio di metri sotto, lungo una pista secondaria che non riporta indicazione alcuna. Dalla strada non si vede. E’ sopra una rilievo minimale in mediocri condizioni. Viabilità generalmente buona anche se sterrato. Al bivio di Leskova dolina esiste una ex garritta italiana con scritte direzionali per orientarsi.
Area a SE m.te Cifri o Cifre nominata in CRO loc. Parapiceva Miza cippo principale 61 sul confine degli Stati, zona interdetta alla circolazione. E’ stato atterrato ed i dati salienti si leggono male anche se risalta la scritta 1920. Si arriva solo vicino ai resti di una ex caserma della Finanza italiana ed una capelletta mal conservata, poi valutare, perché scritto da parte slovena Pozor drzauna meja= Attenzione confine di stato, senza specificare dove. Si entra per una pista con una sbarra munita di divieto di circolazione e si continua a piedi. Per quanto interpretato “il confine attuale correrebbe al bordo superiore della pista successiva” che si incrocia e che arriva dal lato croato. Nella zona croata che è unpo’ visibile, esiste un rifugio credo derivato da una ex casermetta del tempo del Regno Yugoslavo.
Il cippo 61 si trova sotto un Abete “sul lato inferiore” di quella pista che continua avanti, non si sa dove vada, non esplorato causa confini di Stato. Il cippo sarebbe da restaurare.
Il 62 già in Croazia, sopra Clana, lungo le piste forestali per Ciabranska Polica o Pian della Secchia, non è pi’ presente.
Degli altri cippi di settore ricercati anche con le coordinate, nel lungo tratto visitato non si sono trovate tracce.
Diversamente si ha notizia che il cippo 41 sarebbe stato spostato dal suo sito originario sopra Rauna di Ziri o Ravne pri Zireh per venir inglobato in un monumento ai partigiani nello stesso paese.
Per la parte in Croazia si puo’ reperire valida documentazione catalogata nel sito lokalpatrioti-rijeka che contiene anche una idonea e molto razionale documentazione
fotografica, specie, dal c.pr. 63 in poi.
Certamente sarebbe politicamente corretto pensare a custodire e restaurare almeno queste vestigia rendendole visibili per informativa alle persone interessate dei vari Stati.
Per questo si auspica una specifica sensibilità da parte dei Comuni sloveni, territorialmente competenti, visto che in taluni casi questo confine storico rappresenta anche quello attuale intercomunale, specie per quelli alpini.
Per le esistenti foto storiche si rimanda anche ad una ricerca diretta digitando Rapaska meja in internet in particolare per la cima del Tricorno c.pr. 10, Sella Dolic c.pr. 11, Sella Bogatin c.pr. 16, valico di Osoinizza cippi a strada miliari secondari del settore 39 e Ottederscizza cippi miliari stradali del 44. Esiste anche una foto che ritrae le maestranze che costruirono materialmente i cippi ed una della commissione mista italo Yugoslava che decideva sul punto cippo nonché una del fu cippo 70 e I di Fiume sotto Castua, a Rubesi, di cui ora nel sito lLokalpatrioti-rijeka si documenta l’esistenza della sola base.
In conclusione è con gran soddisfazione che registro di aver avuto la fortuna di poter ritrovare in loco ancora tante vestigia italiane, vuol dire che la storia è stata comunque rispettata dai molti dei diversi popoli e che anzi se ne stà recuperando la memoria sempre di piu’. Non è poco nel mondo in cui viviamo, Gorizia e Nova Gorica dovrebbero diventare le Università della recuperata convivenza civile, certo le resistenze sono dure a morire , ma è qua che si fa la storia, dimostrando che la base culturale filo austriaca ha comunque unito e NON diviso, da sempre!! Ciò va insegnato a tutti, nelle scuole sopratutto ai nuovi residenti che vengono da fuori alieni al bagaglio culturale locale.
Si faccia sempre di piu’ per la serena convivenza, celebrare la storia serve a questo, senza chiacchiere,e vana gloria ammesso che ce ne sia una.
Questa è la mia testimonianza concreta a tutti quelli che hanno combattuto per queste terre, da entrambe le parti.
Gianfranco Ciuffarin
Isp. Sup. in pensione Corpo Forestale
della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
Gorizia